Coronavirus: comunicato del Presidente e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati

By edoardo.ferraro | 6 Marzo 2020

Nelle ultime settimane, l’amministrazione della Giustizia è stata gestita con provvedimenti confusi e contraddittori.

I singoli vertici degli Uffici giudiziari o, peggio, i singoli magistrati hanno proceduto in ordine sparso su tutto il territorio nazionale, cercando di contemperare esigenze di tutela della salute, individuale e collettiva, con il diritto ad una definizione in tempi ragionevoli del processo che, come noto, è un diritto del cittadino, costituzionalmente tutelato.

Come abbiamo potuto constatare, in molte occasioni, le disposizioni adottate hanno pesantemente danneggiato i fruitori del sistema giustizia: i cittadini, i magistrati, il personale dipendente ed i difensori.

È fatto a tutti noto come sia stato imposto di attendere nelle aule o nei cortili dei Tribunali o delle Corti di Appello, salvaguardando così l’incolumità di chi in aula d’udienza (o nelle cancellerie) si trovava, ma di contro incrementando il rischio di contagio per chi era tenuto ad attendere fra una moltitudine di persone.

È innegabile che ciò abbia costituito un vulnus alla dignità dei cittadini utenti e della nostra professione, salvo i casi in cui sono state poste in essere prassi virtuose, volte allo scaglionamento delle udienze, come richiesto ed ottenuto dal Consiglio dell’Ordine, quantomeno per le udienze dibattimentali penali.

Al fine di porre rimedio all’assenza di una cabina di regia nazionale che avrebbe potuto e dovuto adottare disposizioni uniformi ed evitare l’infelice immagine, che attualmente si ricava, di una Giustizia fai-da-te, abbiamo richiesto, fin dal 24 febbraio, ai vertici del nostro Ufficio giudiziario di valutare l’opportunità di rinviare d’ufficio le udienze non urgenti e sopperito alle disposizioni che imponevano il rispetto delle norme igieniche, provvedendo a dotare i bagni pubblici del nostro Tribunale con minimi presidi igienici, sconosciuti da oltre vent’anni.

Il Consiglio dell’Ordine ha, con senso di responsabilità, preso atto delle misure via via adottate, affinché i Colleghi, ancorché nelle condizioni lavorative anzidette, potessero espletare fino in fondo la propria funzione difensiva in favore dei cittadini.

Riteniamo ora che non si possa attendere oltre e che un provvedimento di sospensione delle udienze rappresenti, attualmente, l’unica soluzione al caos.

La decisione assunta ieri nel corso della riunione organizzativa, con la partecipazione di tutti i vertici dell’Ufficio giudiziario di Padova, volto alla limitazione, in ogni settore della giurisdizione del Tribunale e dell’Ufficio del Giudice di Pace di Padova, per il mese di marzo, alle sole attività di udienza ritenute urgenti ha subito uno stop inatteso e non auspicato neppure dal vertice del nostro Tribunale, che ringraziamo per il faticoso lavoro posto in essere in questi giorni e per avere sempre coinvolto l’Avvocatura nelle decisioni da assumere.

In questi minuti, si apprende di un decreto-legge in fase di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri odierno, che dovrebbe consentire in modo esplicito, ai singoli Uffici giudiziari, l’adozione di misure organizzative nel senso da tutti auspicato.

In attesa che ciò avvenga, il Consiglio dell’Ordine sostiene e sosterrà tutti i Colleghi che abbiano inteso aderire alla proclamazione di astensione adottata dall’Ufficio di Coordinamento dell’Organismo Congressuale Forense, la cui legittimità, mai messa in dubbio dai Tribunali del nostro Distretto, non è stata contestata dalla Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, unico organo cui è demandata la valutazione di liceità.

IL CONSIGLIO DELL’ORDINE

IL PRESIDENTE

Avv. Leonardo Arnau